Turismo Percorsi architettonici Il Monastero
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All’esterno della cinta muraria, in posizione dominante rispetto al paese, si trova un altro importante esempio di architettura religiosa, volta a celebrare il patrono e protettore di Caggiano, Sant'Antonio. Si tratta di un ex covento con la chiesa annessa. |
La Chiesa di Sant'Antonio è inserita in un unico corpo di fabbrica con il monastero di San Francesco, o dei Padri Riformati. Costruito nel 1600 con l’apporto economico di tutte le famiglie del paese, fu consegnato al culto nel 1634 e chiuso nel 1866,quando l'edificio passò alla proprietà comunale.
L’edificio si presenta a forma quadrata, con il chiostro centrale ed intorno le celle, la biblioteca e le altre sale; conserva, al suo interno, numerosi dipinti del Guarino e del Peccheneda, oltre al pregevole monumento funerario della figlia del marchese Parisanni.
Alla fine del secolo scorso fu sede di un importante Osservatorio Meteorologico, Agrario e Astronomico.
Recentemente ristrutturato, ospita attualmente l'Archivio Storico del Comune, la Biblioteca Comunale, le Mostre permanenti su Ghandi (curata dall'Ambasciata indiana) e sul brigantaggio e l’Antiquarium. In esso sono conservati i reperti del Il monumento funerario degli Insteii e dei Gresii, di epoca augustea, ritrovato presso la masseria Vannata e fatto erigere da Gresia Terzia nel 40 d. C. per il marito Quinto Insteio Cimbro.
Il Monastero dei Padri Riformati della Regola di S. Francesco, gode di un panorama stupendo i monaci ne dovevano andar fieri : ha di fronte il castello e il paese medioevale; ai lati e in basso le valli ricche di vegetazione varia. Dal suo punto più alto, già occupato da un osservatorio astronomico , lo sguardo spazia lontano.
Fu costruito agli inizi dei 1600 con l'apporto finanziario di tutte le famiglie dei paese e della sua Università, e venne inaugurato e consegnato ai figli di S. Francesco solo nel maggio dei 1634.
Il Convento, nel suo particolare, ha la forma d'i un quadrato: intorno al chiostro, al pianoterra, sono tutti i servizi; sul porticato, al primo piano, sono le celle, la biblioteca e la saletta delle riunioni.
Contigua è la piccola chiesa, a due navate e a volta molto consistente, dedicata a S. Antonio, secondo protettore del paese.
L'altare maggiore è di pietra color cinericcia, nel quale si osservano foglie di forme diverse, stratificate e pietrificate.
Alla sua destra è la cappella del SS. Crocifisso, sotto cui riposano le ossa di D. Alessio Lupo.
I quadri della chiesa sono dei Guarini, dei Peccheneda e dei Solimena.
Come opera d'arte di un certo pregio, si osserva il tumulo innalzato alla signora D. Emanuela Vitilio, tutto di marmo squisitamente lavorato, sui quale si legge una epigrafe che ricorda le signorie dei Parisani.
Meritano particolare memoria due Croci in madreperla di gran valore artistico e venale di origine bizantina. La loro antichità è nell' ordine di otto o novecento anni.
Oggi i monaci non ci sono più. Con le leggi eversive dei 1866 il Monastero passò al Comune, con tutti i suoi beni mobili ed immobili.
La bella biblioteca, fra le più ricche della regione Lucana, andò dispersa: alcuni avvoltoi di pochi scrupoli ne depredarono la parte migliore: libri dei 500 e dei 600.
Altri sono ingialliti e corrosi nelle varie soffitte dei palazzi dei signori; altri han preso il volo e son finiti acquistati dagli antiquari; altri ancora di nullo o minor pregio sono stati recuperati e custoditi nella biblioteca dei SS. Salvatore di Caggiano.
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