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Nella seconda guerra punica il paese subì certamente gravi danni: si scoprono un po’ ovunque nel tenimento tombe di soldati romani, lucani e cartaginesi. E’ molto probabile che molte famiglie lasciassero l’antico pago e, riparando nei boschi vicini, dessero origine ai tre Casali di Massa, Massavetere e Fontanacaggiano. Altre famiglie rimasero nel pago. |
Come, con l’occupazione romana, si chiamasse il paese, non ci è noto: molto probabilmente in Romani gli diedero un nuovo nome; non certo quello di “Caianus” - esso è di molti secoli dopo - come vogliono alcuni eruditi locali da un “Caio Celsio” di un’epigrafe, venuta alla luce il secolo scorso, fuori dell’abitato. In realtà, l’epigrafe in oggetto parla di un “Sesto Cesio” della tribù Pontina , morto a 10 anni.
In alcuni documenti del X secolo, riprodotti in greco e in latino, il paese è spesso ricordato sotto i nomi di Kachiànon, Kaghiànon e Kauchichianon, appellativi di origine greco-bizantina.
Ora, cinque sono le più probabili ipotesi:
a) l’attuale paese, ricostruito sulle rovine di “Ursetum” o qualch’altra arx, di cui non ci è giunto il nome, durante la seconda guerra punica, ebbe un nome;
b) questo nome potrebbe figurare nella famosa epigrafe, che è murata nel Municipio di Buccino;
c) i barbari ci hanno tramandato questo nome, dopo averlo corrotto e trasformato;
d) nei secoli successivi, forse all’inizio del Rinascimento, gli abitanti lo hanno volgarizzato in Caiano e, poi, Caggiano.
Il tenimento di Caggiano, sia per le contrade sia nel centro storico, ha numerose vestigia delle epoche della Magna Grecia prima e della dominazione romana poi.
Testimonianze sono le numerose lapidi epigrafiche nelle due lingue del mondo classico.
Ci restano oggetti e reperti di vario genere e fattura, testimonianza della lunga tradizione abitativa della zona.
Interessantissima è la “Ninfa”, che ancora si può ammirare nell’omonimo violetto del centro storico.
Si tratta di una matrona romana scolpita su una lapide calcarea che riporta in alto la scritta
VIBIA VESONIA DEC(imi) F(ilia)
“Vibia Vesonia figlia di Decimo”
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